Ho trascorso il primo giorno del mio viaggio in Slovenia esplorando la Valle dell’Isonzo. Tutta la vita di questo territorio gira attorno a questo fiume color smeraldo. Ricordo ancora benissimo il momento in cui ho visto per la prima volta il fiume dal finestrino dell’auto. Il cielo era nuvoloso, la natura spoglia con i tipici colori dell’inverno e il fiume Isonzo splendeva con tonalità che andavano dal turchese al verde smeraldo. In questo articolo ho intenzione di descrivere cosa fare nella Valle dell’Isonzo. Perché sì, questo territorio dalla natura incontaminata offre ai suoi visitatori tantissime cose da fare e vedere.
La Valle dell’Isonzo è la meta ideale per gli amanti del turismo lento. Le sue strade, molte delle quali costeggiano il fiume Isonzo color smeraldo, sono tranquille e poco trafficate, offrendo allo stesso tempo panorami mozzafiato. Potete traquillamente percorrerle in moto o ancor meglio in bicicletta. Questa zona della Slovenia è molto vicina al confine italiano e quindi molto comoda da raggiungere.
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Cosa fare e vedere nella Valle dell’Isonzo
Tolmino
Uno dei primi paesi che s’incontrano arrivando in Slovenia dall’Italia è Tolmino (Tolmin in sloveno). Si trova sull’alta Valle dell’Isonzo, nel cuore delle Alpi Giulie, in una pianura dove i torrenti Tolminca e Idria confluiscono nel fiume color smeraldo. Il comune di Tolmino comprende 72 insediamenti, molti dei quali sono piccoli villaggi.
Da vedere a Tolmino c’è il Museo di Tolmin. La mostra permanente espone i reperti archeologici ritrovati a Santa Lucia d’Isonzo (Most na Soči), risalenti soprattutto alla prima Età del ferro. Nella sezione etnostoriografica sono esposti oggetti della cultura abitativa della zona di Tolmin e altri che raccontano la grande rivolta contadina del 1713. Nel museo sono presenti anche una galleria, utilizzata per ospitare mostre temporanee, un piccolo negozio e una sala per matrimoni. Oltre al museo, si può visitare l’Ossario tedesco, dove sono sepolti i resti di più di 900 soldati tedeschi caduti nella battaglia di Caporetto. La visita all’ossario è consentita solo se accompagnati dal personale del Museo di Tolmin.
Qui a Tolmino regna la pace tutto l’anno, ma nel mese di luglio il paese si anima ospitando i Metaldays, un festival di musica metal molto famoso. Per saperne di più, cliccate qui.
Le Gole di Tolmino
Tolmino è una località molto famosa in Slovenia per le sue bellezze naturalistiche. Tra queste ricordiamo le Gole di Tolmino. Si trovano nel punto di accesso più meridionale al Parco Nazionale del Triglav. Questo è l’unico parco nazionale dalle Slovenia e prende il nome dalla montagna più alta del paese, il Triglav appunto (Tricorno in italiano).
Dal punto di partenza, per arrivare alle gole è necessario seguire dei percorsi. Pur non essendo lunghi, i sentieri possono essere ripidi, in alcuni punti impegnativi. Non sono quindi adatti a bambini piccoli e a tutti coloro che non possono fare sforzi fisici. Lungo il percorso s’incontrano vari punti d’interesse. Tra questi il Ponte del Diavolo. Nato come ponte di legno che serviva alla strada di collegamento tra i villaggi di Zadlaz e Čadrg, è stato sostituito da una struttura metallica quando la zona faceva parte del Regno d’Italia. L’appellativo di Ponte del Diavolo è spesso usato in Slovenia per indicare ponti che si ergono attraverso gole strette e pericolose.
Le gole selvagge che si vedono lungo il percorso, sono state create dall’azione erosiva dei fiumi Tolminka e Zadlaščica. Ad un certo punto le due gole si uniscono e la loro confluenza è particolarmente interessante, essendo l’unica unione di gole nel territorio sloveno.
Il punto di confluenza, a un’altezza sul livello del mare di circa 180 m, rappresenta anche il punto più basso del Parco Nazionale del Triglav.
Altro punto interessante è quello della “Testa d’Orso” e dei “Saltatori” (Medvedova Glava e Skakalce). Il primo è un vero e proprio ponte naturale creato da un enorme masso incastrato tra le pareti della gola del fiume Zadlaščica. Grazie al clima particolarmente umido tutto l’anno, questo masso viene ricoperto dal muschio, ispirando molto l’immaginario di chi lo vede. I Saltatori sono invece delle piccole cascate che si trovano in questo punto.
Proseguendo s’incontra la Grotta di Zadlaz o di Dante. Si tratta di una delle molte grotte nelle quali si sono versate le acque del ghiacciaio isontino. La grotta è lunga 1140 m e profonda 41 m e si sviluppa in tre ampie sale. Si narra che, all’inizio del XIV secolo, il patriarca Pagano della Torre ospitò il poeta Dante Alighieri a Tolmino. In quell’occasione il Sommo poeta visitò anche le grotte, dalle quali trasse ispirazione per la stesura dell’Inferno della Divina Commedia.
Ultimo punto interessante che s’incontra lungo il percorso alle Gole di Tolmino è una sorgente di acqua termale a una temperatura media fra i 18,8 e i 20,8 °C (la temperatura del Tolminka varia da 5 a 9 °C). L’acqua della fiume penetra in cavità, si riscalda grazie all’energia geotermica e riaffiora in superficie in altre zone successive.
Chiesa dello Spirito Santo di Javorca
Riprendiamo questo itinerario nella Valle dell’Isonzo spostandoci di poco. A circa 8 chilometri dalle Gole di Tolmino si trova la Chiesa dello Spirito Santo di Javorca. È un santuario commemorativo costruito in ricordo dei caduti austro-ungarici sul fronte isontino, nel campo di battaglia di Tolmino. La struttura è stata progettata da Remigius Geyling, pittore e scenografo viennese. L’edificazione avvenne per mano di mastri artigiani, arruolati nell’esercito austro-ungarico, che costruirono in pietra le mura e la parte inferiore della struttura, utilizzando invece il larice per la parte superiore dell’edificio. La terrazza panoramica a fianco del santuario permette di godere di una vista spettacolare sul versante montuoso di Bohinj e Tolmino che circonda le colline circostanti.
All’interno si trovano delle tavolette in quercia che simboleggiano le pagine di un libro commemorativo, con incisi a fuoco i nomi dei 2564 soldati caduti nei campi di battaglia circostanti e sepolti nella località di Loče vicino a Tolmino. I muri interni sono dipinti e decorati secondo i canoni della Secessione viennese con la prevalenza del colore blu e nero e ornamenti di colore bianco e oro.
È stato eletto come il monumento della Prima Guerra Mondiale più bello della Slovenia ed è una delle tappe del Sentiero della Pace che collega i vari monumenti e rovine del primo conflitto mondiale, sparsi nella regione di Posočje.
Museo all’aperto di Kolovrat
Tra la varie tappe del Sentiero della Pace troviamo anche il Museo all’aperto di Kolovrat. Nella Valle dell’Isonzo si possono contare ben sei musei all’aperto che testimoniano le vicende della Prima Guerra Mondiale in questo territorio. Nei musei all’aperto si possono vedere le trincee, i sentieri, le caverne e molte altre cose che sono state utilizzate dai militari di diverse nazioni per i combattimenti tra queste montagne. In questo articolo vi parlo brevemente del Museo all’aperto di Kolovrat, nei pressi di Caporetto. Per sapere di più sugli altri musei all’aperto, vi invito a guardare il sito web dell’ente del turismo della Valle dell’Isonzo.
Il Museo all’aperto di Kolovrat si sviluppa sull’omonimo crinale, a un’altezza di 1115 metri, offrendo anche un panorama su tutta la Valle dell’Isonzo. Si cammina tra trincee, posti di vedetta, torrette d’artiglieria e caverne utilizzate dalla terza linea di difesa dell’esercito italiano.
Caporetto
Spostiamoci alla vicina Caporetto (Kobarid in sloveno). Poco prima dell’ingresso al centro abitato, non perdete il Ponte di Napoleone sull’Isonzo. Se riuscite, fermatevi un attimo perché questo è uno dei punti più fotografati della zona ed è anche un ottimo punto per osservare le acque verdi smeraldo dell’Isonzo.
Caporetto è un paese molto tranquillo e sono due le tappe che faremo qui. La prima è al Museo della Prima Guerra Mondiale di Caporetto e la seconda, cambiando tema, al Museo del formaggio Planika.
Museo della Prima Guerra Mondiale di Caporetto
Nessun altro luogo secondo me spiega al meglio le condizioni di vita dei soldati del primo conflitto mondiale come il Museo della Prima Guerra Mondiale di Caporetto. Inaugurato nel 1990, il museo si trova nell’edificio in cui ebbe sede il tribunale militare italiano. Accoglie i visitatori in una sala d’ingresso che anticipa ciò che si vedrà nell’esposizione permanente. Si possono vedere ad esempio bandiere, ritratti di combattenti di svariate nazionalità e le pietre tombali recuperate nei cimiteri militari dell’Alto Isonzo.
Il percorso all’interno del museo inizia dalla sala del Monte Nero. Qui sono esposti vari oggetti che descrivono il periodo iniziale degli scontri lungo l’Isonzo, quando gli italiani conseguirono la prima brillante vittoria con la conquista della cima del Monte Nero (2244 m). Al centro di questa sala è collocato un plastico del Monte Nero, del Monte Rosso e delle cime limitrofe. Si passa poi alla sala Bianca che mette in risalto le sofferenze provate dai soldati durante i 29 mesi di guerra. Il conflitto doveva essere una guerra lampo e invece durò anni.
Il percorso continua alla sala delle retrovie, dedicata a tutte quelle attività svolte dai soldati nei periodi in cui non si combatteva, come la manutenzione di strade, ponti, acquedotti, funicolari, ecc. La sala successiva è la Sala Nera, dove già dal nome si capisce che il tema trattato è quello della morte, spesso dovuta alle condizioni di vita estreme dei soldati.
Il secondo piano è dedicato alla famosa Battaglia di Caporetto, quando gli austro-ungarici, aiutati dai tedeschi, fecero una controffensiva costringendo gli italiani alla ritirata. In questo ambiente del museo è presente un grande plastico della regione, in cui vengono proiettati gli spostamenti dei diversi schiermaneti nelle varie fasi della battaglia. Inoltre, sono visibili tantissime foto originali che ritraggono la preparazione di questa grande battaglia.
Museo del formaggio Planika
Poco distante dal Museo della Prima Guerra Mondiale di Caporetto si trova il Museo del Formaggio Planika. La Valle dell’Isonzo ha una tradizione casearia e legata all’alpeggio molto antica. Il caseificio Planika di Caporetto (Mlekarna Planika) ha così pensato di instituire, in collaborazione con il Museo di Tolmino, un museo storico-etnografico che preservasse questa tradizione.
La tradizione sulle montagne circostanti è ancora viva. Gli alpeggi si trovano principalmente sulle colline della Valle dell’Isonzo, a oltre 1.000 metri sul livello del mare. I visitatori possono vedere la ricostruzione di un tipico rifugio di montagna con tutte le attrezzature necessarie per la trasformazione del latte in formaggio. Rifugi di questo tipo sono ancora utilizzati nelle montagne della Valle dell’Isonzo. Nel museo, i visitatori possono anche vedere una cella di stagionatura, dove i formaggi della qualità Tolminc sono lasciati a stagionare.
Alcuni pannelli esplicativi raccontano la storia della produzione del formaggio dai tempi antichi ai giorni nostri. Un’altra parte centrale della collezione è un cortometraggio, attraverso il quale i visitatori possono avere una visione chiara del lavoro e della vita in montagna. Gli insediamenti montani, come quello ricostruito nel museo, sono molto tipici nella Valle dell’Isonzo e diversi da quelli di Bohinj.
Nel museo si trova anche un negozio dove è possibile acquistare souvenir e ovviamente prodotti Mlekarna Planika. Su richiesta è possibile organizzare degustazioni di prodotti e anche pranzi tipici del pastore (solo per gruppi numerosi). Inoltre, in estate è possibile vedere gli animali al pascolo presso la tenuta Bogata a Bovec (di cui parlo dopo).
Le cascate della Valle dell’Isonzo: la cascata Kozjak
Nei pressi di Caporetto si trova un’altra bellezza naturale della Valle dell’Isonzo: la cascata Kozjak. Si tratta di una cascata alta circa 15 metri del torrente Kozjak, affluente dell’Isonzo. Il percorso per raggiungerla è abbastanza semplice e adatto a tutti. Il sentiero è battutto e con dei ponticelli in legno. Alla fine si arriva su una sorta di terrazza naturale, da cui osservare la bellezza della cascata. Si presenta nascosta tra due alte pareti ricoperte da strati calcarei.
Cascata Boka
Proseguendo verso Bovec, ci si può fermare a vedere la cascata Boka. Si tratta di una delle cascate più grandi della Slovenia e con la maggior portata d’acqua. Alta 144 metri e larga 18 metri, riesce ad avere una portata di ben 100 m³/s. Per vederla al massimo della portata, bisogna andare in primavera durante lo scioglimento delle nevi, o in autunno nel periodo di maggiore piovosità.
C’è una leggenda popolare sulla nascita di questa cascata. Si narra che un ragazzo e una ragazza erano andati alla ricerca di funghi nei boschi. Bussarono alla porta di una casetta, dove viveva una vecchietta. Questa invitò i giovani a entrare in casa offrendo loro il pranzo. In realtà, la vecchietta aveva altri piani. Il ragazzo si accorse infatti che lei stava levigando l’ascia davanti alla casetta, con la quale avrebbe ucciso i due giovani per poi preparare il pranzo con i loro corpi (un po’ macabra questa leggenda!!!). Il giovane però riuscì a colpire la vecchietta con un bastone, la quale finì vittima della sua stessa ascia. Il sangue della vecchietta si trasformò in una cascata che prese il nome di Boka.
La cascata Boka è facile da raggiungere dalla strada che collega Bovec e Žaga. Si può osservare da un punto panoramico facilmente raggiungibile in 15 minuti percorrendo un sentiero ben segnalato. È presente un secondo punto di osservazione, ma raggiungibile tramite un sentiero più ripido e non per tutti.
Bovec
Terminiamo questo itinerario nella Valle dell’Isonzo a Bovec (Plezzo in italiano). Come i paesi che abbiamo appena visto in questo itineraio nella Valle dell’Isonzo, anche Bovec è una pacifica cittadina tra le montagne. È la meta ideale per chi cerca una vacanza all’insegna dello sport, delle emozioni forti e del contatto con la natura. Qui a Bovec è possibile praticare vari sport, tra cui rafting, kayak, canyoning, canoa, caving e parapendio.
E non è finita qui. Perché a Bovec è possibile volare. Sì, avete letto bene! Nei dintorni di Bovec, nella Valle Krnica, si trova uno dei più grandi parchi di zipline d’Europa. Praticare la zipline vuol dire scendere a gran velocità appesi a un cavo d’acciaio. Nel parco sono presenti 5 cavi della lunghezza di 500-700 metri. Quando ci si lancia e si vola attaccati a questi cavi, si arriva a toccare una velocità di 50-60 km/h. Durante la discesa adrenalinica, si può godere dei panorami mozzafiato regalati dalle Alpi Giulie, sicuramente da un punto di osservazione insolito.
Ok, se come me siete dei fifoni e preferite delle attività più tranquille, non disperate perché questa zona della Valle dell’Isonzo offre qualcosa anche per voi/noi. Tanti sono i percorsi per praticare hiking e trekking o andare in mountain bike. Se siete amanti del golf, a Bovec si trova anche un campo da golf.
I dintorni di Bovec offrono anche diverse possibilità per fare escursioni. Ad esempio si può andare a vedere la cascata Virje o la fortezza di Kluže.
Cosa fare nella Valle dell’Isonzo in inverno
La maggior parte delle attività descritte fino adesso possono essere svolte, ad eccezione di alcuni sport acquatici, in tutte le stagioni. Ma cosa si può fare nella Valle dell’Isonzo in inverno quando c’è la neve? Le montagne nei dintorni di Bovec offrono tantissime possibilità per sciare. È possibile ad esempio sciare sul Monte Kanin sopra i 2000 metri. Da Bovec (436 metri), la funivia più lunga della Slovenia porta sulle piste da scii del Monte Kanin a 2200 metri. Grazie al polo sciistico del Monte Kanin (Slovenia) e della Sella Nevea (Italia) si hanno a disposizione ben 70 ettari su cui praticare le più svariate attività sulla neve. Sono presenti varie piste per tutti i livelli di difficoltà. Inoltre, in località Log pod Mangartom (Bretto in italiano) è presente una piccola pista da scii adatta per bambini e famiglie.
Oltre a sciare, nella Valle dell’Isonzo in inverno è possibile praticare escursionismo. Si possono fare diversi percorsi più o meno difficili e di varia durata. Per saperne di più sui vari percorsi escursionistici che si possono fare nella Valle dell’Isonzo in inverno, vi suggerisco di sare un’occhiata alla pagina dedicata dell’ente del turismo.
Dove dormire nella Valle dell’Isonzo
La Valle dell’Isonzo offre molte strutture dove alloggiare. Io qui mi limiterò a parlavi brevemente della struttura che mi ha ospitato. Parlo dell’Hotel Mangart a Bovec. L’hotel dispone di 36 camere molto confortevoli, dotate di un letto comodissimo, aria condizionata, TV LCD, wi-fi veloce, minibar e cassetta di sicurezza. La maggior parte delle stanze sono provviste di balcone da cui poter ammirare la vista delle montagne circostanti. L’hotel ha anche un ristorante con camino, un lobby bar, un centro wellness con vista panoramica, una terrazza dove fare barbecue, area giochi per bambini, piscina esterna e parcheggio.
Dove mangiare nella Valle dell’Isonzo
La cucina tipica slovena è fenomenale. In nessuno dei vari posti in cui ho mangiato durante il mio viaggio, sono rimasto insoddisfatto. Sicuramente i posti che ho preferito sono stati quelli che hanno servito piatti semplici della tradizione, preparati come a casa. Nella Valle dell’Isonzo vi segnalo due posti dove mangiare:
- Okrepčevalnica Tolminska korita: è una locanda molto accogliente, dove si respira un’aria familiare. Si trova vicino alle Gole di Tolmino, quindi se diciderete di andare, molto probabilmente vi fermerete a mangiare in questo locale. Qui viene servita cucina tipica della zona e ho mangiato molto bene. Le porzioni sono state abbondanti sin dagli antipasti, per poi passare alle zuppe (buonissima quella ai funghi). Tra i piatti forti ci sono la frika, una sorta di frittata di patate e formaggio tipica della Valle dell’Isonzo, la trota e lo štruklji, pasta ripiena di noci e cannella.
- Kaninske Legende: questo risto-pub si trova a Bovec. L’atmosfera è informale e anche qui si mangia davvero bene. Qui abbiamo consumato carne alla griglia, verdure e formaggi. La qualità è garantita!
Spero che questo articolo vi sarà utile se deciderete di visitare la Valle dell’Isonzo. Ho cercato di darvi più informazioni possibili. Come vedete, questa zona della Slovenia offre tantissime cose ai suoi visitatori. E, soprattutto, questo territorio può essere visitato tutto l’anno, perché ogni stagione ha la sua peculiarità e offre diverse attività da praticare.
Articolo scritto in collaborazione con Best Press Story
2 Comments
Ciao
Siamo una coppia interessata a fare un viaggio avventura/sport /cultura nella zona di tolmino potresti darci dei consigli.
Ciao Paolo, nel blog troverai anche un altro articolo che parla anche di cosa vedere e fare in Slovenia occidentale. Se hai bisogno di altre info, puoi scrivermi privatamente 🙂