Siracusa è una delle città più belle da visitare durante un viaggio in Sicilia Sud Orientale. Per quanto mi riguarda, è una delle mie città siciliane preferite ed è sempre un piacere per me tornare. In questo articolo cercherò di proporvi un itinerario completo con tutti i luoghi da vedere a Siracusa.
Alcune informazioni pratiche su Siracusa
Come arrivare a Siracusa
Gli aeroporti più vicini a Siracusa sono Catania Fontanarossa (64 km) e Comiso (circa 110 km). Se atterrate a Catania, potete raggiungere Siracusa in bus in circa un’ora e 15 minuti. Le compagnie di bus che offrono questa tratta sono AST e Interbus. Meno conveniente è il treno, perché dovreste raggiungere la stazione ferroviaria di Catania dall’aeroporto e da lì prendere un treno per Siracusa che impiega circa 90 minuti. In auto invece il tempo di percorrenza è di circa un’ora.
Se invece atterrate a Comiso, potete abbandonare ogni speranza se intendete raggiungere Siracusa con i mezzi pubblici. Purtroppo non esiste un collegamento diretto con Siracusa. E se siete fortunati di far coincidere l’orario del vostro volo con i pochissimi mezzi pubblici che passano dall’aeroporto di Comiso, dovreste prima arrivare a Ragusa per poi prendere un altro bus per Siracusa (i collegamenti sono pochi e il tempo di percorrenza è di più di 3 ore). L’unica opzione plausibile è il noleggio auto.
Quanto tempo serve per visitare Siracusa
Se vi state chiedendo quanto tempo serve per visitare Siracusa, ecco la mia risposta. Avendo un solo giorno a disposizione, credo che dovrete fare una selezione tra i luoghi che sto per indicarvi. Se potete permettervi di fermarvi per più tempo, allora due giorni sono l’ideale. Un po’ dappertutto si legge che un solo giorno sia più che sufficiente. Secondo me no, lo trovo abbastaza riduttivo. Siracusa è una città ricca di storia e ogni angolo trasuda del suo glorioso passato. Poi ovviamente dipende sempre dai gusti e dagli interessi di ognuno.
Cosa vedere a Siracusa
Le cose da vedere a Siracusa non sono poche. Sono concentrate in due zone della città in particolare. La prima è l’area attorno al Parco Archeologico della Neapolis e la seconda è l’Isola di Ortigia, dove sorge il centro storico di Siracusa. Per questo motivo, l’itinerario seguirà la divisione in queste due zone, in modo da poter anche ottimizzare i tempi per gli spostamenti. Parliamo di piccole distanze che possono essere tranquillamente percorse a piedi.
Parco Archeologico della Neapolis
Partiamo dal parco archeologico di Siracusa. È uno dei più importanti dell’intera Sicilia e al suo interno si trovano diverse testimonianze del periodo greco-romano. Sebbene oggi Siracusa sia una città provinciale e ridimensionata, in passato era una delle più importanti del Mediterraneo. Era una vera e propria metropoli che arrivò a rivaleggiare con Atene. Per questo motivo, molti personaggi di spicco della cultura greca, tra cui Platone, erano soliti passare per Siracusa. Il Parco Archeologico della Neapolis è senza dubbio il luogo della città dove respirare al meglio l’aria di questo grande passato e deve assolutamente essere incluso tra le cose da vedere a Siracusa.
Il parco si trova nella zona moderna di Siracusa e dà un’idea di come doveva essere la città classica al tempo di Dioniso I. Il grande tiranno di Siracusa volle infatti concentrare nel quartiere della Neapolis tutti i monumenti principali della vita pubblica siracusana. Qui infatti si possono ammirare il Teatro Greco, uno dei simboli di Siracusa, le latomie, varie sepolture e l’Anfiteatro Romano del III-IV secolo. Il tutto è immerso nella macchia mediterranea.
Il Teatro Greco di Siracusa
Iniziamo il giro al Parco Archeologico della Neapolis dal suo gioiello. Il Teatro Greco di Siracusa è adagiato sul colle Temenite e il suo primo nucleo risale al V secolo a.C. Ha subito ulteriori interventi nel III secolo a. C. che lo hanno portato a diventare uno dei più grandi teatri del mondo greco. La sua cavea aveva infatti un diametro 138,60 metri e 76 ordini di gradini scavati nella roccia, divisi in 9 settori. Usato per rappresentare le grandi tragedie e commedie, il suo palco è stato calcato dai più grandi drammaturghi e commediografi greci. Un nome fra tutti, Eschilo.
Dopo esser stato utilizzato in parte anche in epoca romana, il Teatro Greco di Siracusa è caduto in declino nel Medioevo, diventando anche oggetto di spoliazioni. Fortunatamente, gli archeologi dell’Ottocento lo hanno riportato alla luce e ancora oggi, nei mesi estivi, il Teatro Greco di Siracusa ospita una ricca stagione teatrale.
Sicuramente durante la visita del Teatro Greco di Siracusa, sarete incuriositi dalla presenza di un edificio sopra la cavea. Si tratta dei resti di un atico sistema di mulini che sorgeva sul colle Temenite nel tardo-medioevo e che era collegato con il vicino acquedotto. Sulla sommità del colle Temenite, è possibile vedere anche la Grotta del Ninfeo che pare fosse la sede del santuario delle Muse. Proseguendo si trova la Via dei Sepolcri, una strada che conduce sulla cima del colle e delimitata da parti rocciose con edicole votive.
Le Latomie e l’Orecchio di Dioniso
Andando avanti con il percorso di visita del Parco Archeologico della Neapolis di Siracusa, troviamo le latomie. Si tratta di cave, utilizzate anche per l’estrazione della pietra, dove venivano tenuti gli schiavi e i prigionieri durante l’epoca greco-romana. All’interno del parco archeologico ce ne sono diverse, ma la più grande e famosa è senza dubbio la Latomia del Paradiso. Arriva a una profondità di 45 metri e, per motivi di sicurezza, è visitabile solo in parte.
La grotta più famosa è l’Orecchio di Dioniso. Il nome le fu dato da Caravaggio, rifacendosi a una leggenda secondo cui il tiranno Dioniso era solito ascoltare l’eco delle voci dei suoi prigionieri rinchiusi nelle latomie. La forma della grotta effettivamente sembra ricordare quella di un grande padiglione auricolare. Oltre alla forma, l’Orecchio di Dioniso ha un’acustica perfetta che arriva ad amplificare i suoni fino a 16 volte. Ve ne accorgerete se proverete ad amettere dei suoni al suo interno.
La Latomia del Paradiso comprende altre grotte, come ad esempio quelle dei Cordari e del Salnitro. La prima è una grotta artificiale utilizzata dal Medioevo alla metà del Novecento per la produzione di corde, date le particolari condizioni di umidità al suo interno. La seconda invece è una grotta naturale e deve il suo nome al colore delle pareti che sembrano ricordare il salnistro.
Ara di Ierone II
Spostandosi verso il “settore romano” del Parco Archeologico della Neapolis, ci s’imbatte nell’Ara di Ierone II, la cui costruzione risale al III secolo a.C. Si tratta di un grandioso monumento dedicato a Giove Liberatore che presentava due ingressi, uno dei quali era un tempo fiancheggiato da due telamoni, di cui restano soltanto i piedi di quello di destra. Oggi di questo edificio resta solo la base perché fu demolito dagli spagnoli nel XVI secolo.
Anfiteatro Romano
L’Anfiteatro Romano è senza dubbio una delle maggiori testimonianze che abbiamo dell’epoca romana a Siracusa. Fu riportato alla luce nell’Ottocento e dai suoi resti si comprende che fosse molto imponente. Era quasi interamente scavato nella roccia e si estendeva per ben 140 metri di lunghezza e 119 di larghezza. Al centro l’arena era dotata di un ambiente rettangolare, collegato attraverso un passaggio sotterraneo con l’estremità meridionale dell’anfiteatro. La cavea era distinta da un podio, dietro il quale correva un corridoio varchi per l’accesso all’arena dei gladiatori e delle belve.
Alcuni suggerimenti per la visita del Parco Archeologico di Siracusa
Il Parco Archeologico della Neapolis è senza dubbio una delle attrattive principali da vedere a Siracusa. Per questo motivo può essere affollato in certi orari, soprattutto in alta stagione. Il mio suggerimento è di visitarlo all’apertura (apre alle 8:30) o comunque prima delle 10 del mattino, per evitare l’arrivo dei bus con i gruppi organizzati. Il costo del biglietto intero è di 10 euro e l’ingresso è gratuito la prima domenica del mese.
Chiesa di San Giovanni alle Catacombe
Le cose da vedere a Siracusa sono parecchie, quindi usciamo dal parco archeologico e spostiamoci di poco. Raggiungiamo (anche a piedi) la Basilica di San Giovanni Evangelista. Si tratta di una chiesa suggestiva che custodisce nei suoi sotterranei un tesoro scavato nella roccia: la Cripta dipinta di San Marciano e la Catacomba di San Giovanni.
Appena vi troverete davanti alla chiesa, sarete colpiti dal rosone in pietra locale bianca e dall’antico portico realizzato in stile gotico-catalano. Questo è uno dei pochi elementi rimasti dal terremoto del 1693.
Costruita nel VI secolo dai Bizantini, la chiesa è divisa in tre grandi navate, di cui oggi restano solo alcune colonne e parte dell’abside. Le mura perimetrali invece furono rimaneggiate nel XII secolo dai Normanni. L’edificio è stato purtroppo vittima di violenti terremoti, tra cui l’ultimo del 1908 che causò il crollo della copertura.
Una scala in pietra conduce alla Cripta bizantina, a circa cinque metri sotto il livello stradale. Secondo la tradizione cristiana, questa chiesa ipogeica sorge nel luogo in cui fu sepolto San Marciano, primo vescovo di Siracusa. La grotta che accolse il suo corpo divenne da subito un luogo di culto e di sepoltura. I Normanni ne abbellirono ulteriormente gli interni, arriccheondoli con capitelli in marmo e affreschi.
La catacomba di San Giovanni invece ha una struttura molto semplice. È costituita da una galleria principale, dalla quale si diramano dieci gallerie secondarie che conducono a delle cappelle circolari. Queste furono ricavate da cisterne per la raccolta dell’acqua, poi riutilizzate per la sepoltura di personaggi illustri. Si trovano diversi tipi di sepolture, tra cui i loculi, gli arcosoli e le fosse per i più poveri.
Basilica Santuario Madonna delle Lacrime
Poco distante dalla Chiesa di San Giovanni alle Catacombe si trova la Basilica Santuario Madonna delle Lacrime. Ok, a guardarla così dall’esterno non sembra tra le cose più belle da vedere a Siracusa. Tuttavia, merita qualche minuto di attenzione per la storia connessa a essa, soprattutto se siete credenti.
La sua costruzione è legata a un fatto miracoloso avventuto nel 1953 a Siracusa. Dal 29 settembre al Primo ottobre di quell’anno l’effige in gesso raffigurante il Cuore Immacolato di Maria, custodita nell’umile dimora della famiglia Iannuso, iniziò a piangere. Le analisi condotte rivelarono che si trattava di lacrime umane. La Chiesa quindi ne certificò il miracolo e si decise di costruire un santuario nella zona.
I lavori di costruzione iniziarono nel 1966 e la consacrazione avvenne nel 1994 durante la visita a Siracusa di Papa Giovanni Paolo II. Tuttavia, la costruzione della basilica fu seguita da diverse polemiche, perché veniva vista come l’ennesimo mostro di cemento armato. Oggi ormai l’edificio fa parte del paesaggio urbano di Siracusa ed è riconoscibile in lontananza già dall’autostrada, data la sua altezza di ben 103 metri.
Il santuario è diviso in due zone: una superiore che ospita la basilica e una inferiore dove si trova la cripta. Nella basilica a pianta circolare si possono vedere l’altare maggiore che custodisce l’effige miracolosa e le cappelle laterali. La cripta invece custodisce dei resti di epoca romana, rinvenuti durante i lavori di costruzione.
Cosa vedere a Siracusa: Museo archeologico Paolo Orsi
A poche decine di metri dal Santuario Basilica Madonna delle Lacrime si trova il Museo archeologico Paolo Orsi. È uno dei più importanti musei archeologici d’Europa ed espone reperti dell’epoca preistorica fino ad arrivare a oggetti del periodo greco-romano.
Il museo è diviso in diverse sezioni, ognuna delle quali affronta un’epoca ben precisa. Il settore A è dedicato alla preistoria, esponendo reperti provenienti da varie località della Sicilia orientale. Si possono anche ammirare i calchi di due elefanti nani ritrovati nella grotta di Spinagallo a Siracusa.
Il settore B è dedicato alle colonie greche in Sicilia del periodo ionico e dorico. Di particolare importanza in questa sezione sono la statua marmorea di Kouros proveniente da Megara Hyblea e le ceramiche, sculture, corredi funerari ed elementi architettonici provenienti sia dalla colonia ionica che da quella dorica.
Il settore C ospita reperti provenienti da altre località della Sicilia orientale, mentre il D si occupa del periodo dall’eta ellenistica a quella imperiale. Qui sono esposti vari reperti rinvenuti nella Neapolis. L’ultimo settore (F) è invece dedicato all’età bizantina e cristiana, esponendo varie testimonianze del culto di Santa Lucia, nata proprio a Siracusa. Insomma, se capitate a Siracusa, includete questo museo tra le cose da vedere.
Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro
Poco lontano dal Museo archeologico si trova la chiesa di Santa Lucia al Sepolcro. Come si può anche intuire dal nome, questa chiesa è stata costruita nel punto esatto in cui la Santa di Siracusa è stata sepolta dopo il martirio, avvenuto nel 304 d.C. Il culto di Santa Lucia iniziò sin da subito e il suo luogo di sepoltura divenne meta di pellegrinaggio. Per questo motivo si costruì una chiesa.
Tuttavia, la chiesa che vediamo oggi risale al 1100, quando i Normanni la ricostruirono, essendo stata danneggiata dai terremoti e dal dominio arabo. L’impronta normanna è visibile nella struttura della chiesa, divisa in tre navate, con quella centrale più larga rispetto alle due laterali. Un rifacimento del Trecento ha visto l’aggiunta del grande rosone sulla facciata principale e della torre campanaria.
Nella piazza antistante la chiesa, noterete un tempietto di forma ottagonale. Si tratta del Sepolcro di Santa Lucia. All’interno però non troverete le spoglie della Santa. Nel 1040, infatti, il generale bizantino Giorgio Maniace portò le spoglie di Santa Lucia a Costantinopoli, per proteggerle dalle razzie dei saraceni e darle in dono all’Imperatrice Teodora. Durante la quarta crociata, i veneziani espugnarono Costantinopoli e riuscirono a portare a Venezia le spoglie della Santa. Nel Seicento si decise di costruire questo tempietto con la speranza che un giorno i resti mortali di Santa Lucia tornassero nella sua città. Purtroppo fu invano, perché tutt’oggi si trovano a Venezia, sebbene abbiano fatto ritorno a Siracusa in occasione del diciassettesimo centenario del martirio e nuovamente nel 2014.
Cosa vedere a Siracusa: andando verso Ortigia
La prima parte dell’itinerario si sta per concludere. Finora abbiamo visitato tutte le cose da vedere nella zona moderna di Siracusa, quella sulla “terraferma”. È arrivato il momento di spostarci verso il suo centro storico, che si trova sull’Isola di Ortigia. Essa è collegata alla terraferma da due ponti: il Ponte Santa Lucia e il Ponte Umbertino. Quest’ultimo è stato tra l’altro inserito nella classifica dei 30 ponti italiani più belli stilata da Skyscanner. La sua costruzione risale al tempo dell’Unità d’Italia e prende il nome da Re Umberto I.
Tra i due ponti è possibile ammirare la statua di Archimede. È stata inaugurata nel 2016 per celebrare il suo cittadino più illustre. Il grande fisico, matematico, scienziato e ingegnere nacque a Siracusa e qui elaborò tutte le sue scoperte che hanno rivoluzionato la matematica e le scienze. Tra queste, ricordiamo ad esempio il p greco e il principio di galleggiamento dei corpi.
Cosa vedere a Siracusa: l’isola di Ortigia
Ed eccoci approdati sull’Isola di Ortigia. Oltrepassato il Ponte Umbertino si viene accolti da Piazza Emanuele Pancali. Se avete noleggiato l’auto, vi consiglio di liberarvene il prima possibile. A Ortigia l’auto non serve ed è solo un peso. Sono presenti alcuni parcheggi a pagamento, come il Talete o il Parcheggio della Marina. In alternativa, se non avete voglia di pagare il parcheggio, vi consiglio di lasciare l’auto prima di attraversare il Ponte Umbertino.
Ortigia ha da sempre avuto un ruolo importante e centrale nella storia di Siracusa. Era già abitata durante l’età del bronzo e in epoca greca divenne il centro della vita pubblica e religiosa. Fu realizzata ad esempio la via sacra, ovvero la strada con tutti i templi più importanti. Tra questi vi era il Tempio di Atena, trasformato secoli dopo nel Duomo di Siracusa. Data la ricchezza storica dell’Isola di Ortigia, conserva al suo interno tante cose da vedere a Siracusa. Quindi iniziamo ad esplorarla!
Mercato di Ortigia
Superando Piazza Emanuele Pancali, sulla sinistra, si può fare un giro tra le bancarelle del Mercato di Ortigia. Può essere un modo per entrare in contatto con la Siracusa più verace e con le sue tradizioni. Tra le bancarelle, grande spazio è dato al pesce che è un ingrediente alla base della cucina di Siracusa. Si trovano anche bancarelle con prodotti dell’agricoltura, della pastorizia e dell’artigianato locale. Il mercato è giornaliero si sviluppa soprattutto su Via Raffaele Lanza e Via de Benedictis. Potete anche dare un’occhiata all’Antico Mercato di Ortigia, una struttura quadrangolare che era utilizzata in passato come mercato del pesce e che oggi è adibita a centro culturale.
Tempio di Apollo
Subito dopo aver curiosato tra le bancarelle del Mercato di Ortigia, rifacciamo un tuffo nella storia antica. A poca distanza dal vivace mercato si possono ammirare i resti del Tempio di Apollo. Edificato nel VI secolo a. C., è il tempio in pietra in stile dorico più antico della Sicilia. Ha avuto però una storia molto travagliata. È stato prima convertito in chiesa dai Bizantini, in moschea dagli Arabi e inglobato in una caserma dagli spagnoli. Solo nell’Ottocento, fu scoperto all’interno della caserma e riportato alla luce nella prima metà del Novecento.
Originariamente l’edificio era lungo circa 50 metri e largo 24 e contava 17 colonne sui due lati più lunghi e 6 su quelli più corti. Oggi purtroppo rimangono solo alcune colonne, a causa degli usi successivi che sono stati fatti dell’edificio. Di positivo c’è che il Tempio di Apollo può essere ammirato gratuitamente a qualsiasi ora della giornata.
Piazza Archimede e la Fontana di Diana
Le cose da vedere a Siracusa sono ancora tante, quindi rimettiamoci in marcia. Dal Tempio di Apollo percorriamo tutto Corso Matteotti, una delle vie dello shopping di Ortigia. Si arriva in Piazza Archimede, dove al centro è possibile ammirare la Fontana di Diana. La sua realizzazione risale agli inizi del Novecento per opera dello scultore Giulio Moschetti. Al centro si vede la figura di Atena, dea della caccia e antica protettrice di Ortigia. Più in basso si trova Aretusa, che sta per essere trasformata in fonte. Al lato invece Alfeo guarda attonito al destino della sua amata Aretusa. Nel livello più basso si possono vedere i tritoni a cavallo. Se potete, vi consiglio di andarla a vedere nelle ore serali, perché è davvero bello vederla illuminata.
Piazza Duomo, il salotto elegante di Siracusa
Da Piazza Archimede, percorrendo Via Roma e girando a destra su Piazza Minerva, è possibile arrivare nel cuore di Ortigia, e suo salotto elegante: Piazza Duomo. Qui sono concentrate un bel po’ di cose da vedere a Siracusa. Su questa piazza si affacciano tra gli altri il Municipio di Siracusa, Palazzo Beneventano del Bosco, Palazzo Arezzo della Targia, il Duomo di Siracusa, il Palazzo Arcivescovile, la Chiesa di Santa Lucia alla Badia e Palazzo Borgia del Casale. Ma andiamo con ordine.
Se avete tempo, vi consiglio di visitare la Cappella Sveva. Si trova nel cortile interno del Palazzo Arcivescovile e ospita i testori del Duomo. Se non siete interessati all’arte religiosa, vale comunque la pena dedicare qualche minuto a questo luogo. È un grande esempio di architettura medievale. Questa cappella, infatti, fu costruita per volontà di Federico II di Svevia e presenta lo stesso tipo di volte a crociera che ritroverete al Castello Maniace (di cui parlo più avanti).
Potete anche visitare l’Ipogeo di Piazza Duomo. Questo percorso sotterraneo inizia in Piazza Duomo e termina alla Marina. Le gallerie che lo compongono sono il frutto dell’attività estrattiva, da cui si è ottenuta la pietra necessaria alla costruzione del Duomo di Siracusa.
Se vi piacciono i palazzi nobiliari, potete visitare Palazzo Borgia del Casale. È aperto solo di pomeriggio dopo le 17 e, con l’audioguida inclusa nel prezzo del biglietto (8 euro), potete scoprire le sale affrescate del palazzo. A fine visita viene anche servito un flûte di prosecco (o una bevanda analcolica) che potete sorseggiare sul balcone che si affaccia su Piazza Duomo.
Duomo di Siracusa
Il Duomo di Siracusa catturerà la vostra attenzione non appena raggiungerete la piazza ed è senza dubbio tra i luoghi da non perdere assolutamente a Siracusa. Con i suoi 2400 anni di storia, si può dire che questo sia uno degli edifici più antichi di Siracusa. Il Duomo infatti sorge sull’antico Tempio di Atena. Del tempio greco, voluto dal tiranno Gelone nel 480 a.C. per ringraziare Atena della vittoria contro i cartaginesi, si possono ancora vedere quasi tutte le colonne. I Bizantini costruirono delle mura solide nello spazio tra le colonne e aprirono otto archi sulle pareti dell’antica cella, trasformando, così, il tempio in una basilica cristiana a tre navate.
Dopo alcuni rifacimenti normanni, il terribile terremoto del 1693 distrusse la facciata. Il restauro che seguì portò alla realizzazione della bellissima facciata in stile barocco rococò che possiamo ammirare. Il sagrato del Duomo è “sorvegliato” dalle due statue dei Santi Pietro e Paolo. Guardando la facciata, si nota subito che le colonne corinzie sono isolate rispetto alla parete, creando un effetto chiaroscurale. Si possono inoltre vedere lo stemma reale con l’aquila, emblema di Carlo III di Borbone; la statua calcarea della Vergine Maria, a cui è dedicato il Duomo. Ai lati dominano la facciata le statue di san Marciano, primo vescovo di Siracusa e della patrona Santa Lucia.
All’interno si vedono chiaramente le colonne dell’antico Tempio di Diana. L’aspetto generale è molto sobrio, ma se si dà un’occhiata alle cappelle laterali, si possono scoprire dei piccoli gioielli. Molto belle sono la cappella di Santa Lucia, dove sono custodite delle reliquie della Santa patrona di Siracusa, e quella del SS. Sacramento, interamente affrescata con scene dell’Antico Testamento.
Cosa vedere a Siracusa: chiesa di Santa Lucia alla Badia
La chiesa e l’adiacente monastero furono costruiti nel XV secolo, sebbene quella che vediamo oggi sia un rifacimento post terremoto del 1693. La facciata barocca in pietra chiara presenta un balcone in ferro battuto, che la divide in due ordini. Da osservare è il portone barocco sul cui frontone sono scolpiti i simboli del martirio di Santa Lucia.
All’interno, la chiesa è costituita da un’unica navata rettangolare. La volta è stata affrescata nel Settecento e raffigura il Miracolo di Santa Lucia del 1646. In quel periodo Siracusa stava attraversando un brutto periodo di carestia. Pare che, mentre i siracusani affollavano la chiesa per pregare la Santa, una colomba si posò sul trono vescovile proprio nel momento in cui giunse la notizia che una nave carica di cereali e legumi avrebbe ceduto il suo carico in cambio di ospitalità. Ogni anno, per ricordare tale miracolo, si celebra a Siracusa la festa di Santa Lucia delle quaglie, la prima domenica di maggio. Il nome deriva dal fatto che la badessa della badìa era solita liberare colombe e quaglie durante la festa.
Ma questa chiesa è conosciuta sopratutto perché al suo interno è possibile ammirare Il seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio. Nel 1608 l’artista si rifugiò a Siracusa scappando da Malta. Vi restò circa un mese e in quel breve periodo gli fu commissionata la tela raffigurante Il Seppellimento di Santa Lucia per la Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro. Sicuramente tra le cose da vedere assolutamente a Siracusa. All’interno della chiesa non è consentito scattare foto, quindi non riesco a farvi vedere gli interni.
Teatro Comunale di Siracusa
A poca distanza da Piazza Duomo si trova un gioiellino che solo di recente è stato riaperto al pubblico, dopo anni di chiusura per un eterno e infinito restauro (solite cose all’italiana!). Sto parlando del Teatro Comunale di Siracusa. La città ha una tradizione del teatro millenaria, vista la presenza del Teatro Greco. A fine Ottocento si commissionò la realizzazione di un teatro all’italiana, la cui costruzione iniziò nel 1872. L’inaugurazione avvenne nel 1897 restando in funzione fino al 1962.
La sua architettura rispecchia diversi stili che vanno dal neorinascimentale al neoclassico, per arrivare al liberty degli interni. Il prospetto principale dell’edificio presenta un porticato che serviva per la sosta delle carrozze. La sua struttura interna è quella del teatro all’italiana, con una sala a forma di ferro di cavallo, suddivisa tra palchi, platea e loggione e fossa d’orchestra. Ha una capienza di 476 spettatori, suddivisi tra i palchi disposti su tre ordini, il loggione e la platea. La volta affrescata della sala centrale vi farà rimanere col naso all’insù. Il soffitto sembra sfondato illusionisticamente con una balaustra circolare che si apre verso il cielo, dove troviamo tre grandi figure femminili che recano una corona di alloro e strumenti musicali, allegoria della musica. I putti alati sono invece allegoria dell’architettura, della poesia, della pittura, della danza.
Cosa vedere a Siracusa: Museo aretuseo dei pupi
Non tanto lontano dal Teatro Comunale si trova un’altra piccola chicca da vedere a Siracusa e che vi fa conoscere una tradizione siciliana, quella del teatro dei pupi. Il Museo aretuseo dei pupi espone marionette, materiale di scena, bozzetti, attrezzi di falegnameria e tutto cìò che viene impiegato per mettere in scena l’opera dei pupi. Questo genere teatrale prevede spettacoli di marionette che hanno come protagonisti Carlo Magno e i suoi paladini. Le storie sono ispirate principalmente dall’Orlando Furioso e dalla Storia dei Palladini di Francia.
Questo museo è stato aperto grazie all’Associazione Vaccaro-Mauceri, che prende il nome da due famiglie di pupari molto importanti della scena siracusana. I fratelli Vaccaro furono i primi a mantenere viva a Siracusa la tradizione dei pupi, per poi passare il testimone ai fratelli Mauceri che hanno curato anche la gestione del Teatro dei pupi di Siracusa. Tra l’altro, se siete affascinati da questo mondo, potete anche vedere uno spettacolo di pupi nel medesimo teatro (Via della Giudecca, 17/19).
Galleria Regionale di Palazzo Bellomo e il
Museo del papiro
L’offerta museale di Siracusa è molto ricca e adesso ci spostiamo alla Galleria Regionale di Palazzo Bellomo. Questo palazzo del XIII-XIV secolo di fondazione catalana ospita una pinacoteca e museo d’arte medievale con pezzi di grande valore. Tra questi, senza dubbio, l’oggetto esposto più pregiato e famoso è l’Annunciazione di Antonello da Messina.
A Siracusa sorge un museo che difficilmente si trova in giro. Il Museo del papiro si occupa della conservazione, recupero e divulgazione della cultura del papiro. Il visitatore può assistere alla lavorazione del papiro per la produzione della carta. Sono esposti diversi papiri egizi dell’età dei faraoni e greci, papiri prodotti a Siracusa dal XIX secolo, oggetti realizzati con il papiro, barche di papiro provenienti dall’Etiopia e dal lago Ciad, e molto altro.
Oltre a questo, il Museo del papiro si occupa anche della salvaguardia del papiro che cresce lungo il fiume Ciane, nei pressi di Siracusa, e di quello che troviamo all’interno della Fonte Aretusa.
Fonte Aretusa e il lungomare di Ortigia
Ed eccoci qui davanti al papireto della Fonte Aretusa, uno dei pochi esistenti in Europa. La Fonte Aretusa è oggi un punto di ritrovo per siracusani e turisti e uno dei luoghi da vedere assolutamente a Siracusa. Si presenta come un laghetto semicircolare di acqua dolce che viene erogata da una fonte che alimenta anche il fiume Ciane.
Attorno a questo luogo ruota anche la leggenda di Aretusa e Alfeo. Quest’ultimo, figlio di Oceano, si innamorò di Aretusa spiandola mentre faceva il bagno nuda. La fanciulla riuscì a sfuggire dalle sue attenzioni, scappando sull’isola di Ortigia a Siracusa, chiedendo soccorso alla dea Artemide, che la tramutò in una fonte. Zeus, commosso dal dolore di Alfeo, lo mutò in fiume a sua volta, permettendogli così, dal Peloponneso di percorrere tutto il Mar Ionio per unirsi alla sua amata.
Vista la Fonte Aretusa, ci si può abbandonare a una piacevole passeggiata sul lungomare di Siracusa. Potete passeggiare alla Marina, corrispondente alla zona del porto tursitico, proseguire al Lungomare Alfeo, ricco di locali dove mangiare con vista sul mare, e al Lungomare di Levante, compreso tra il Castello Maniace e il parcheggio Talete.
Cosa vedere a Siracusa: Castello Maniace
Arriviamo alla punta estrema dell’isola di Ortigia. Qui si trova un altro luogo imperdibile da vedere a Siracusa: Castello Maniace. La sua costruzione risale al 1232-1239 con Federico II di Svevia, probabilmente su delle fortificazioni già esistenti. Tuttavia, si pensa che il primo nucleo del castello risalga al 1038, quando il comandante bizantino Giorgio Maniace, di cui il castello porta il nome, ordinò la costruzione di fortificazioni a difesa del porto. Il castello infatti si trova in un punto strategico che permette di sorvegliare il Porto Grande di Siracusa.
Per accedere al castello bisogna attraversare un ponte in pietra, costruito in sostituzione del ponte levatoio in legno. Una volta attraversata la porta di costruzione spagnola, si entra nel grande cortile interno. Qui si può vedere l’ingresso al corpo centrale del castello e salire sui bastioni. La sala principale di Castello Maniace è costituita da 24 volte che rappresenterebbero i regni di Federico II con al centro quello di Sicilia.
Altre cose da vedere a Siracusa
Le cose da vedere a Siracusa non finiscono qui. Finora vi ho parlato delle attrattive principali, ma, camminando tra le vie dell’Isola di Ortigia, si possono scoprire tante altre chicche. Vi consiglio una passeggiata tra i vicoli della Giudecca, l’antico quartiere ebraico di Siracusa.
Tra queste chicche va sicuramente citata la chiesa di San Giovanni Battista (comunemente chiamata di San Giovannelo). L’aspetto attuale è del 1380, sebbene la chiesa sorga su una chiesa paleocristiana. Si può vedere un bellissimo portale quattrocentesco e notare che il rosone e l’apice della facciata non sono allineati fra di loro. Sulla sinistra presenta anche due celle campanarie. Oggi la chiesa è priva di tetto, è a croce latina, divisa in tre navate. La mancanza del tetto comunque non ne pregiudica l’utilizzo come luogo di culto. La chiesa infatti è ancora consacrata e impiegata per messe e matrimoni. Voi vi sposereste in una chiesa senza il tetto?
Nelle vicinanze, sempre nel rione Giudecca, si trova la chiesa di San Filippo Apostolo. All’interno la chiesa non ha nulla di eccezionale, ma ciò che la rende particolare è il suo ipogeo. È il risultato dell’estrazione di materiali edilizi, di ipogei paleocristiani e il loro adattamento, da parte degli ebrei, a bagni per la purificazione delle donne. Pare che la chiesa fosse sede dell’antica sinagoga di Siracusa, utilizzata fino al 1492, anno in cui re Ferdinando emanò l’editto di espulsione degli ebrei dal suo regno e quindi anche dalla Sicilia.
Sempre alla Giudecca, è possibile visitare anche il Bagno Ebraico. Si tratta dei resti di un mikvé, un bagno di purificazione rituale, situato nei sotterranei di un palazzo signorile che oggi ospita un hotel. Gli esponenti della comunità ebraica siracusana erano soliti immergersi in queste vasche per “cancellare i loro peccati”.
Ai limiti della Giudecca, vi consiglio di fare un giro in Via della Maestranza. Su questa strada si affacciano molti palazzi signorili con dei bellissimi balconi barocchi.
Visto quante cose ci sono da vedere a Siracusa? Per questo motivo, resto del parere che un solo giorno sia poco per vederle tutte.
4 Comments
[…] Qui l’itinerario di Siracusa con tutti i luoghi da non perdere. […]
[…] Leggi l’articolo completo di Happily on The Road […]
Un consiglio dove alloggiare a Siracusa ortiga? B&B tipo maison ordigia o cos’altro?
Ciao Monica! Ti consiglio Near Ortigia B&B; si trova nei pressi della stazione ferroviaria e dei bus ed è comodissimo per andare a Ortigia a piedi (10 minuti al massimo). L’ho provato un paio di mesi fa e mi sono trovato benissimo 🙂